Genzano, Carlo Calenda incontra il pubblico al Mondadori Bookstore e firma le copie del libro “Orizzonti selvaggi” edito da Feltrinelli

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Carlo Calenda oggi, alle 19.30, sarà ospite della Mondadori Bookstore di Genzano per la presentazione del suo ultimo libro, “Orizzonti selvaggi – Capire la paura e ritrovare il coraggio”, edito da Feltrinelli.

Un libro politico. Non il libro di un politico. Una riflessione profonda e una proposta innovativa da uno dei nuovi protagonisti della scena politica italiana. Le classi dirigenti hanno perso ogni contatto con il presente, rompendo la relazione di fiducia con i cittadini. Questo libro cerca di ricostruire le motivazioni del declino della classe politica, soprattutto quella progressista, di analizzare la consistenza delle paure globali e di suggerire un metodo per affrontarle.

«L’atteggiamento di Embraco dimostra totale irresponsabilità nei confronti dei lavoratori e totale mancanza di rispetto nei confronti del governo. Io non ricevo più questa gentaglia…». È con questa parola, “gentaglia“, che il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda inizia la sua ascesa nell’immaginario di milioni di italiani, perché è una parola desueta, perché è “una cosa di sinistra“, perché parla di una politica che vuole tornare a dettare le regole.

Dettare le regole, del resto, è un compito al quale nessuna classe dirigente può più sottrarsi, perché stiamo affrontando una fase di profonda trasformazione che è necessario governare. Basta guardarsi intorno: stiamo passando rapidamente da un’economia manifatturiera a un’economia della conoscenza, sempre più globalizzata e tecnologica. E questi anni di brutale transizione stanno producendo paure finora ignote. Per questo è necessario agire subito per arginarle, trovando criteri radicalmente nuovi di redistribuzione della ricchezza, gestendo il consumo delle risorse, inventando sistemi di tassazione che pongano riparo alle attuali voragini di privilegio, ammaestrando l’ingresso delle multinazionali dentro le fragili economie nazionali.

Sono sfide che chiedono come mai prima d’ora coraggio alla politica, e a economisti e intellettuali strategie di lungo termine. Perché i cambiamenti sono di tale portata da non consentire improvvisazione e, per non far cadere il paese spaventato tra le braccia del populismo, le élite devono tornare a svolgere il loro ruolo. Immergersi nelle paure dell’oggi e definire i contorni dei nostri orizzonti selvaggi sono il primo passo per ricostruire un pensiero politico credibile, capace di coinvolgere e mobilitare i cittadini.

L’appuntamento è alle ore 19.30 nella Libreria di Corso Gramsci.

Qualche giorno fa era stato il turno di Ezio Mauro. Il direttore di Repubblica ha infatti presentato, all’interno della Mondadori Bookstore di Genzano, il suo ultimo libro “L’uomo Bianco”, edito da Feltrinelli. 

Ezio Mauro ripercorre in un reportage inedito e sorprendente la storia di Luca Traini e la coglie nei suoi tratti paradigmatici per raccontarci la mutazione in corso: quella di un Paese verso la radicalizzazione delle sue paure, quella della nostra comunità democratica in una società chiusa.

Macerata, 3 febbraio 2018: Luca Traini impugna una pistola e spara a caso contro tutte le persone di colore che incontra: resteranno a terra sei feriti. È più che un episodio di razzismo, è il segno della grande trasformazione in atto nel nostro Paese: è il dominio della paura, è l’istinto senza storia che si fa politica. Lasciandoci rinchiudere nel guscio della nostra solitudine, stiamo mutando fino a regredire nella nostra identità biologica. È così che a Macerata ha fatto il suo ingresso l’ultimo spettro italiano: il fantasma dell’uomo bianco. Quello di Traini non è un gesto isolato, non nasce per caso e non viene dal nulla. Al contrario, si è avvalso di un clima di legittimazione strisciante. Condanne a mezza bocca, giustificazioni subito pronte, viltà diffuse: sta nascendo un senso comune parallelo, che si muove dentro la nostra democrazia e spesso ne rispetta la forma, ma è sempre più estraneo ai valori dell’Occidente. Ezio Mauro ripercorre in un reportage inedito e sorprendente la storia di Luca Traini e la coglie nei suoi tratti paradigmatici per raccontarci la mutazione in corso: quella di un Paese verso la radicalizzazione delle sue paure, quella della nostra comunità democratica in una società chiusa.

Ezio Mauro è direttore di Repubblica dal 1996. Entra nel mondo della carta stampata nel 1972 collaborando con la Gazzetta del Popolo di Torino, occupandosi soprattutto del terrorismo nero degli anni di piombo. Nel 1981 passa a La Stampa, dal 1988 lavora per la Repubblica. Nel 1990 torna a La Stampa assumendo l’incarico prima di condirettore, poi di direttore. È autore di L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione(Feltrinelli 2017), e ha collaborato con Zygmunt Bauman nella scrittura di La felicità della democrazia. Un dialogo (2011) e Babel (2015), editi da Laterza.

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