Guarisce dalla leucemia ma non può tornare a scuola: fa discutere il caso a Roma

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Ha superato la leucemia, ma non può tornare a scuola: alcuni suoi compagni di classe non sono vaccinati, e per lui, otto anni e immunodepresso a causa della malattia, sarebbe un rischio mortale. Per cui niente banchi e libri: solo la propria casa, la famiglia e qualche sporadica visita degli amichetti. Accade a Roma, in una scuola elementare del quartiere San Giovanni. Un caso che oggi ha visto scendere in campo la Regione Lazio: «Una storia assurda – ha detto il governatore Nicola Zingaretti – faremo di tutto affinché questo bambino possa tornare a scuola il prima possibile: è una questione di civiltà».

 

“È assurdo che un bimbo immunodepresso, a seguito della chemioterapia, non possa tornare a scuola perché in classe ci sono compagni non vaccinati che potrebbero mettere a repentaglio la sua vita”.

Lo dichiarano, in una nota, i medici della Confederazione Italiana Pediatri – Cipe del Lazio, in merito alla vicenda dell’alunno dell’istituto di via Bobbio a Roma il quale, dopo la chemio per una leucemia, non può essere sottoposto a vaccinazioni e il contatto con una malattia potrebbe essergli fatale.
“Oltre alla disgrazia di dover combattere una brutta malattia in tenera età, il ragazzino rischierebbe di nuovo la pelle semplicemente sedendosi sul banco di scuola. Studiare è un suo sacrosanto diritto, oltre che dovere.
È ora che venga rispettato, una volta per tutte,  l’obbligo di presentare la documentazione comprovante le vaccinazioni, previsto entro il 10 marzo prossimo per i bambini e i ragazzi entro i 16 anni” aggiungono.
“Il decreto-legge sui vaccini è chiaro: saranno poi i genitori no-vax ad assumersi la responsabilità di tenere i propri figli in casa. A farne le spese non possono essere i bimbi in regola né, tantomeno, quelli che hanno avuto la sfortuna di affrontare altre, durissime, battaglie” concludono i pediatri.

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