Da un mese esatto Roma è senza assessore all’Ambiente. Legambiente: «Invece di Rifiuti Zero, siamo all’Anno Zero dei Rifiuti»

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Da un mese esatto Roma è senza assessore all’Ambiente dopo le dimissioni di Pinuccia Montanari, e Ama è alle prese con l’ennesimo cambio dei vertici aziendali dopo la revoca del CdA da parte del Campidoglio.

“La gestione dei rifiuti romani oggi è al limite del collasso: sta cambiando il vertice Ama per l’ennesima volta, non c’è assessore, non si sta diffondendo il porta a porta a nessuno, non si sta costruendo nessun impianto e ancor peggio non c’è nessun progetto per il futuro – dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio – nei picchi di produzione andrà sempre peggio e l’immondizia purtroppo tornerà inevitabilmente a invadere le strade. Per avviare l’economia circolare romana e trasformare i rifiuti in risorsa la soluzione era e continua a essere chiara: porta a porta a tutti per far decollare la differenziata, tariffa puntuale che faccia pagare in base ai rifiuti prodotti, costruzione di impianti a partire da quelli anaerobici per l’organico, aumento di isole ecologiche e creazione di centri per il riuso. Non si è fatto niente di tutto ciò: la diffusione del porta a porta è praticamente ferma da 3 anni, ciò rende inapplicabile la Tariffa puntuale e pianta la differenziata al 45%: conseguenza drammatica per l’ambiente è che la capitale continua a produrre qualcosa come 1 milione di tonnellate annue di indifferenziato che va in discariche e inceneritori di altri territori. Anche i materiali differenziati vanno altrove e continuerà così per tanto tempo, non avendo costruito nessun impianto, e con gli unici due impianti proposti, di compostaggio e con vecchia tecnologia, lungi dall’essere realizzati perché Ama non è neanche proprietaria dei terreni. Le isole ecologiche sono le 14 di sempre, non un metro quadro in più, di centri del riuso neanche l’ombra”.

In queste settimane arrivano alle sedi di Legambiente segnalazioni di micro-discariche e cassonetti stracolmi soprattutto di quelli per carta e cartone ormai ammucchiati in strada dovunque. “Responsabilità di questo disastro è di chi governa il ciclo dei rifiuti senza renderlo virtuoso e nelle politiche del Campidoglio, dove si ripete come un mantra l’obiettivo “Rifiuti Zero” pienamente condivisibile, ma rifiuti zero vuol dire “impianti mille”, e l’amministrazione fa tutto il contrario, assumendo in sé ciascun micro-nimby e ingessando la capitale. Bisognerebbe intervenire prima che arrivi l’estate in maniera determinata e veloce, per evitare che un nuovo disastro ambientale sulle strade si trasformi in emergenza sanitaria con il caldo, ma niente sta accadendo e intanto, centinaia di camion portano la monnezza romana ovunque, con costi economici assurdi e costi ambientali pazzeschi, la città è sempre più sporca e le ecomafie continuano a fare affari, nelle maglie sempre più sfilacciate di un ciclo che – conclude Scacchi – invece di correre verso i Rifiuti Zero, sembra far precipitare Roma all’Anno Zero dei Rifiuti”.

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