Fertilità: nei pomodori il segreto per migliorare quella maschile. Lo studio rivoluzionario a Roma

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Il pomodoro puo’ essere considerato a tutti gli effetti un superfood. A spiegarne le proprieta’ e’ Salvatore Sansalone, specialista in Andrologia e docente all’Universita’ di Tor Vergata. “In uno studio pubblicato su Asia Journal Clinical Nutrition – dice – sono stati presi in esame un gruppo di uomini con bassa concentrazione spermatica (meno di 20 X10 6 ml) e/o una motilita’ inferiore al 50 per cento. I volontari sono stati assegnati a 3 gruppi: uno a cui era prescritta una lattina di succo di pomodoro (con 30 mg di licopene), un altro che doveva assumere una capsula di antiossidanti (600 mg di vitamina C, 200 mg di vitamina E e 300 gr di glutatione) e un terzo gruppo di controllo”. Continua:
“Dopo 12 settimane sono stati esaminati nuovamente i parametri seminali scoprendo che il gruppo assegnato al succo di pomodoro presentava un aumento significativo della motilita’ degli spermatozoi, mentre nel gruppo che aveva assunto gli antiossidanti sotto forma di integratore non sono stati osservati risultati miglioramenti apprezzabili”. Il segreto sarebbe nel licopene, un carotenoide che da il tipico colore rosso ai pomodori ma che e’ presente anche in anguria, ananas e papaya. Una metanalisi su 21 studi ha mostrato che i prodotti a base di pomodoro hanno un ruolo nella prevenzione del carcinoma prostatico (purche’ consumato in quantita’ elevate). Ed ha mostrato anche effetti positivi in pazienti con tumore prostatico (HGPIN): la somministrazione di 40 mg due volte al giorno per un anno ha portato ad una riduzione della massa del 66 per cento. Il licopene si e’ cosi’ guadagnato la fama di efficace agente chemoprotettivio ben tollerato e senza tossicita’. Nei soggetti con parametri seminali alterati e’ possibile prescrivere una vera e propria “terapia a base di supplementi antiossidanti” per sopperire a carenze dietetiche.
Integratori a base di beta carotene, folati, zinco e vitamina C
possono determinare un miglioramento di parametri seminali.
“Carnitina, Coenzima Q10, vitamine del gruppo B ed L-arginina insieme alla vitamina C possono essere prescritti in soggetti con infertilita’ idiopatica, ossia quelli per i quali non esiste una causa conosciuta”, spiega Sansalone.

“Questo permette di mantenere i dannosi radicali liberi sotto controllo – continua – migliorando la qualita’ del liquido seminale e l’integrita’ del DNA
spermatico. Va precisato che i radicali liberi non sono danno tout court, hanno infatti una funzione fisiologica essenziale nella produzione degli spermatozoi. Contribuiscono alla loro maturazione, alla ‘capacitazione’ ossia all’insieme delle modifiche delle membrane necessarie a penetrare nell’ovocita maturo, alla ‘reazione acrosomiale’ che avviene nei pressi dell’ovocita e in casi in cui le membrane cellulari espongono antigeni di superficie che gia’ permettono di legarsi alla membrana cellulare dell’uovo”. Ma se presenti in eccesso possono avere anche un ruolo patologico che danneggia le cellule attraverso meccanismi biologici che vanno dalla “perossidazione” dei lipidi, un processo tipico in cui gli acidi grassi insaturi vengono privati di un elettrone con una reazione a catena in quanto tendono a integrare la perdita sottraendoli alle molecole vicine, sino ai danni del DNA e all’apoptosi, ossia al “suicidio” cellulare. Per fortuna il nostro organismo e’ in grado di produrre sostanze antiossidanti “endogene” che agiscono al livello del liquido seminale: per proteggersi dai danni dei radicali liberi accumulati a causa di condizioni di obesita’, infiammazioni, esposizione e sostanze inquinanti, fumo di sigarette, ecc, tutte correlate negativamente alla produzione di spermatozoi. Si chiamano “superossido dismutasi” (capaci di agire come “spazzini”), la “catalasi” (che fa da scudo all’azione dell’acido nitrico), il “glutatione perossidasi” che il compito di prevenire danni al DNA e la ‘perossidossina’ che gioca un ruolo importante nell’attivazione degli spermatozoi. La ricerca si e’ concentrata anche sugli acidi grassi omega 3 in considerazione del fatto che gli stessi spermatozoi contengono una elevata proporzione di PUFA che giocano un ruolo cruciale nel concepimento. “Sara’ l’andrologo a decidere quali integratori prescrivere nell’ambito di una terapia di protezione della fertilita’”, conclude Sansalone.

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