Aula, ok a legge per soppressione Aremol e modifica norme sull’Ente diritto allo studio

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L’Aula del Consiglio regionale del Lazio ha approvato oggi  a maggioranza, con 23 voti favorevoli, 7 contrari e 7 astenuti, la proposta di legge n. 170 del 3 luglio 2019, concernente “Modifiche alla legge regionale 27 luglio 2018 n. 6, ‘Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno del diritto allo studio e la promozione della conoscenza nella Regione’ e soppressione dell’Agenzia regionale per la mobilità – AREMOL”.  Con questa legge si provvede da un lato a consentire il funzionamento del Consiglio di amministrazione dell’Ente regionale per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza (Di.S.Co) pur nella sua attuale incompleta formazione, dall’altro ad attuare una fase del processo di razionalizzazione previsto per le aziende regionali, sopprimendo Aremol, agenzia regionale per la mobilità.

L’articolo 1 della legge interviene sul comma 7 dell’articolo 25 della citata legge regionale 6 del 2018, al fine di consentire la costituzione provvisoria del Consiglio di amministrazione dell’Ente regionale per il diritto allo studio e la promozione della conoscenza (Di.S.Co) con il solo presidente e uno o più dei rappresentanti previsti sul totale di cinque, in caso di ritardo nell’indicazione dei componenti da parte dei soggetti deputati a designarli. Inoltre, l’articolo 1 prevede anche che nel momento in cui le designazioni siano al completo, il presidente della Regione integri con un ulteriore decreto la composizione del CdA dell’Ente. L’articolo 8 della legge 6 del 2018 prevedeva infatti che il cda dell’ente sia costituito da cinque membri, il presidente più quattro componenti, di cui uno degli studenti e tre eletti dal Consiglio regionale. Ma ad oggi il Consiglio non ha ancora provveduto alle nomine di sua spettanza: di qui l’esigenza alla base di questa legge di rendere operativo l’ente nelle more di queste nomine e la possibilità data al presidente della Regione di integrare con proprio decreto la composizione del cda, una volta fatte le designazioni.

L’articolo 1 bis della legge, inserito da un emendamento dell’assessore Sartore, riformulato in Aula, riguarda invece la soppressione dell’Agenzia regionale per la mobilità (AREMOL), a far data dal primo ottobre del 2019. Le attività e funzioni da essa svolte sono trasferite alla direzione competente in materia di trasporti della Giunta regionale, ha spiegato l’assessore Sartore nell’illustrare la riformulazione, e sarà nominato per Aremol, con decreto del Presidente della Regione, un commissario liquidatore. Il provvedimento ha origine dalla legge regionale n. 4 del 28 giugno 2013, che all’articolo 22 comma 1 prevedeva che la Giunta regionale predisponesse proposte di legge dirette alla razionalizzazione, “anche attraverso il riordino, la soppressione e la fusione, delle agenzie, delle aziende, degli enti istituzionali e degli organismi strumentali operanti nei vari settori di competenza regionale aventi finalità omologhe o complementari che ricevono contributi a carico della Regione o al cui patrimonio la Regione partecipa”. Il piano operativo di razionalizzazione adottato con decreto del Presidente della Regione del 21 aprile 2015 prevedeva appunto l’accorpamento di Aremol, Astral e Cotral Patrimonio SpA in un unico soggetto preposto alla programmazione intesa in termini di servizi di trasporto pubblico locale, mobilità e infrastrutture e di pianificazione dei servizi e delle opere infrastrutturali.

Secondo Massimiliano Maselli di Noi con l’Italia, si impone a questo punto una “riflessione importante in commissione sulle funzioni di Astral”, le cui incombenze di stazione appaltante e agenzia della mobilità diventano a questo punto “contraddittorie”. Astral inoltre è unica società regionale che ha un amministratore anziché un cda, ha aggiunto Maselli.  CdA che si rende necessario, a questo punto, insieme a un consiglio straordinario sui trasporti, ha concluso il consigliere. Sulla modifica della legge 6 del 2018 è invece intervenuta Gaia Pernarella del Movimento 5 stelle, stigmatizzando il fatto che il Consiglio abbia deciso, anziché di procedere alle nomine di sua spettanza, di modificare la normativa per consentire il funzionamento del cda del Di.S.Co. in formazione incompleta e annunciando il voto contrario del M5s. “Un errore” sarebbe, invece, secondo Valentina Grippo del Partito democratico, “assoggettare a un giudizio globale negativo la riforma dell’ente per il diritto allo studio”  a causa della modifica approvata oggi.

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