Locarno film: Terminal sud, un film sul potere e la violenza che distruggono i valori umani

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Terminal Sud  Terminal (South) è un film  francese  interpretato  da attori arabi (Cast Ramzy Bedia , Amel Brahim-Djelloul , Slimane Dazi)    realizzato dal regista 

Rabah Ameur-Zaïmeche e presentato

al concorso internazionale della 72ma edizione del Festival di Locarno.

La vicenda si svolge in un « non luogo » specifico (sicuramente un paese mediterraneo o mediorientale) che sta precipitando nel conflitto civile armato, sotto il tallone di una dittatura spietata e sanguinaria con il sconsueto coté di morti ammazzati per strada, irruzioni nelle case della polizia violenta e aarogante e la tortura che colpirà anche il medico protagonista del film.

Un  « non luogo » dove la ferocia di chi vuol mantenere il potere diventa abitudine dei carnefici eassuefazione  di chi la patisce ; « noi siamo lo Stato, noi siamo il potere, noi decidiamo della tua sorte e ti staremo sempre con il fiato sul coll »” sputa in faccia rabbiosamente l’ufficiale torturator al medico esausto e senza colpa .

Tutto il film è attraversato da un cupo clima di tensione che contrasta con i luminosi esterni di questo non luogo mediterraneo dove la vita, apparentamente, scorre normale, ma dove le notti si trasformano in incubi.

La trama è semplice ma rappresentata con grande cinematografica. Un medico ospedaliero, interpretato da Ramzy Bedia,  si prende cura dei suoi pazienti, alcuni dei quali vittime del clima di terrore dilagante, sino a quando viene prelevato da un gruppo di ribelli che gli chiedono, armi in pugno, di curare un loro compagno ferito a morte, che il medico non riuscirà a salvare.

Abbandonato dalla moglie che lo prega di emigrare, tormentato dalla contraddizione fra la sua condizione umana e personale e la “missione” che gli impone di salvare vite umane , verrà arrestato e torturato sino a quando, ricattato e minacciato, verrà rilasciato in gravi condizioni fisiche.

Accolto da un contrabbandiere amico, grazie all’aiuto di parenti, verrà avviato verso all’espatrio clandestino su una nave in partenza da terminal sud di un porto imprecisato , ma nella fug, lui che ha salvato tante vite umane, ucciderà due poliziotti a un blocco strdal , mettendo in crisi le sue convinzioni mporali e professionali.

Il « non luogo » del film diviene così la metafora di quello che va accadendo in tante parti del mondo dove violenza e potere si coniugano spesso nella generale indifferenza dell’opinione pubblica .

Giuliano Longo

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