Addio all’impianto rifiuti al Salario, dal rogo del 2018 alle proteste

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Addio all’impianto di trattamento di rifiuti al Salario. Il Tmb, tanto inviso ai cittadini della zona, era stato messo ko da un incendio a fine 2018. Ma, nonostante le promesse, solo ora e’ arrivata la certezza che non aprira’ mai piu’. La Regione Lazio ha infatti revocato l’autorizzazione integrata ambientale (Aia), atto che mette la parola fine ad una possibile ‘riaccensione’ dell’impianto.
Cosi’, la sindaca Virginia Raggi puo’ rivendicare: “Il Tmb Salario non riaprira’ mai piu’. Avevamo chiesto alla Regione Lazio di revocare l’autorizzazione ad utilizzare quell’impianto per i rifiuti e finalmente e’ arrivata la comunicazione ufficiale ad Ama. E’ una grande vittoria per la citta’ e i residenti!”. Ancor prima era stato il minisindaco del III municipio, Giovanni Caudo – da sempre in prima linea contro l’impianto e la “puzza” che emetteva – ad esultare: “Il Tmb e’ definitamente chiuso”. Sui social lo stesso Caudo ha postato anche il testo del documento firmato dall’assessore competente della Regione Massimiliano Valeriani: “Con determina della Direzione regionale per il Ciclo dei Rifiuti e’ stata ritirata l’autorizzazione integrata ambientale all’azienda Ama per l’impianto di trattamento dei rifiuti di via Salaria. Nel centro del Salario, danneggiato lo scorso anno da un incendio, non potranno essere piu’ stoccati e trattati i rifiuti indifferenziati da parte dell’azienda capitolina. Dopo la richiesta avanzata dall’Ama, la Regione ha mantenuto il suo impegno con le istituzioni locali e i cittadini del quadrante Salario ritirando l’Aia per l’impianto di trattamento dei rifiuti. Ora l’azienda proceda in tempi brevi alla bonifica e alla riqualificazione ambientale”.
Intanto, si ragiona sul futuro dell’area occupata dal Tmb, come riconvertirla per i cittadini. E il Partito Democratico capitolino va anche oltre: “Ora bisogna passare dalle parole ai fatti e risarcire il territorio con progetti di riqualificazione ambientali di alto livello. I cittadini che vivono in quel quadrante della nostra citta’ hanno il diritto di vederlo riscattare con il massimo impegno e la massima celerita’. Si avviino immediatamente le azioni necessarie per eliminare i rifiuti ancora presenti nell’area, pari a circa 5.000 tonnellate, si proceda nella bonifica del suolo, per poi passare a progettare in quell’area un modello di strutture a servizio del quartiere coinvolgendo con un’ampia consultazione la cittadinanza”. Anche Legambiente si dice soddisfatta: “della fine definitiva di un incubo per i cittadini di un intero quadrante, Ama ora gestisca bene dismissione e bonifica”, l’invito. Sullo sfondo – ma non troppo – resta la carenza di impianti di rifiuti a servizio della citta’ che si e’ aggravata dopo il rogo del Salario e che sempre incombe sulla gestione dell’immondizia cittadina e sullo spettro dei sacchetti.

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