Erba secca e degrado a 5 mesi dalla chiusura dello spazio baby

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“Da noi passavano tante persone bisognose, eravamo un servizio specifico senza eguali in citta’, e dovere usare questi verbi al passato fa male al cuore”. Sono le toccanti parole di Serena Baldari, membro dell’associazione ‘Genitori in citta” e tra le fondatrici de ‘L’Alveare’, progetto di coworking e spazio baby di Roma, nel quartiere Centocelle, chiuso su disposizione del Municipio V nel mese di aprile.
Gli spazi di via Fontechiari 35 erano stati concessi nel 2014 all’associazione di volontariato ‘Citta’ delle mamme’ (oggi ‘Genitori in citta”, ndr) dall’assessorato alle Periferie di Roma Capitale per lo svolgimento di un progetto patrocinato da Comune e Municipio. Allo scadere della prima concessione, dopo 18 mesi, il Municipio ha accordato all’associazione una proroga, riconoscendo la validita’ del lavoro e l’utilita’ per il territorio. ‘L’Alveare’, infatti, e’ stato un primo esempio di welfare urbano, capace di integrare al coworking un servizio educativo innovativo. Uno spazio non troppo grande ma funzionale, con un’area bimbi, un accesso garantito per i passeggini e per le carrozzine dei disabili, un giardino e tanta luce. Proprio li’ dove oggi ci sono erba alta, spazzatura, teli strappati sul cancello e una grande porta chiusa.
“Avevamo creato qualcosa di innovativo, che ha sempre cercato di dare soluzioni concrete- spiega alla Dire Serena- Intrecciava piu’ piani, dalla possibilita’ di recuperare uno spazio abbandonato al dare una occupazione a diverse persone. Cosa piu’ importante: donava la possibilita’ di non dover scegliere tra un figlio e il lavoro”.

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